AgenPress – – “Ha cercato online come uccidere e come disfarsi del corpo della sua compagna Giulia Tramontano”. A dirlo è il pm Alessia Menegazzo riferendosi alle indagini hanno portato al fermo di Alessandro Impagnatiello, che nella notte ha confessato ai carabinieri di aver ucciso la sua compagna incinta di 7 mesi. “Si tratta di un omicidio premeditato – ha aggiunto nel corso della conferenza stampa in procura – Quando ha incontrato in casa Tramontano aveva già deciso come ucciderla”.
L’occultamento del corpo è avvenuta “in segmenti e tempi diversi”, come emerge da telecamera. Quando l’uomo “ha tentato l’incontro a casa con l’altra donna e lei non l’ha fatto entrare in quel momento il corpo di Giulia era ancora a casa”.
“Sono stato io, l’ho accoltellata due o tre volte”. E’ stato lui domenica, fingendosi preoccupato, a denunciare la scomparsa di Tramontano, con un lavoro nel settore immobiliare e i genitori che tuttora vivono nel Napoletano, arrivati subito quattro giorni fa a Senago per cercare la figlia, assieme a fratello e sorella. L’ultima immagine di una telecamera di sorveglianza l’aveva ripresa sabato verso le 19 mentre rientrava a casa. Lui è “crollato”, davanti ai carabinieri, quando gli investigatori gli hanno contestato anche le tracce di sangue trovate sulle scale del condominio fuori dall’appartamento. Portato in caserma nella notte ha fatto ritrovare il corpo: l’aveva buttato in un’intercapedine, un buco dietro dei box in un’area non lontana dall’abitazione.
Impagnatiello avrebbe però avuto una doppia vita: una con Giulia, e una con un’altra donna – una collega – che sarebbe rimasta incinta, e che avrebbe poi abortito. l’uomo si sarebbe presentato, dopo aver ucciso la fidanzata, proprio sotto casa dell’amante, a Milano, verso le due di domenica scorsa, insistendo per poter entrare, ma lei non l’avrebbe fatto salire, come emerso nelle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo e coordinate dal pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella.
Come ricostruito nelle indagini verso le 17 di sabato lei e Giulia si erano incontrate per la prima volta in un bar ed è scattata, ha raccontato la 23enne, una forma di “solidarietà”, perché si sono confrontate sui “maltrattamenti”, “bugie” comprese, che l’uomo avrebbe messo in atto con entrambe. Tanto che la 23enne disse a Giulia: “Se hai problemi quando torni a casa, vieni a stare da me”. Lei tornò a Senago e venne uccisa.
L’assassino ha raccontato gli ultimi istanti di Giulia. “Mentre veniva verso la sala con il coltello che stava usando per i pomodori, ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia (…) mi diceva che non voleva più vivere (…) si era già inferta qualche colpo all’altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all’altezza del collo”.
Impagnatiello avrebbe tenuto nascosto il corpo di Giulia prima in un “box”, dove ha tentato di bruciarlo con della benzina, poi in una “cantina” e infine nel “bagagliaio” della sua auto “fino alla notte di mercoledì quando decido di gettarlo, intorno alle ore 2.30 del mercoledì in quel posto che già conoscevo dove poi è stato rivenuto”, la scorsa notte.